Mr. B è sempre stato uno per cui era facile avere una cotta. È praticamente un dio lumberjack; un boscaiolo con la barba e di bell’aspetto, perfetto per sbavarci sopra. Aggiungeteci il suo carattere amichevole ed estroverso e Mr. B diventa il primo uomo che Jo potrebbe voler baciare. Fortunatamente, Mr. B ha una relazione da anni e Jo non è un rovinafamiglie.
Quando però Mr. B rompe con il suo compagno e all’improvviso diventa single e disponibile, e pianifica di comportarsi in maniera sessualmente avventurosa, Jo non è più sicuro di avere il coraggio di fare coming out come bisessuale.
In seguito a una butta rottura, Mr. B vuole dimostrare al suo ex di essere indipendente, eccitante, e di stare anche benissimo per conto suo. Il suo migliore amico, Jo, arriva alla riscossa e insieme inventano una magnifica idea per gli affari. Manca solo una cosa per dare inizio alla loro linea di confetture artigianali alcoliche: i soldi per l’investimento iniziale.
Dopo una sessione di brainstorming da ubriachi, Mr. B trova un modo per raccogliere i soldi e nello stesso tempo mostrare il dito medio al suo ex. Metterà in piedi una specie di bordello hipster – Esperienza Lumbersessuale – che offra lezioni su come si spacca la legna, si fuma una pipa, e un grande letto in legno riciclato, sul quale succedono magie sessuali. Sarà per forza un successo… se solo Mr. B riuscisse ad avviare la cosa, dato che i segnali confusi da parte di Jo gli stanno facendo venire il dubbio che il suo migliore amico non sia etero come era sempre sembrato.
Temi: Hipsters, sex workers, da amici ad amanti, bisessualità, problemi post-rottura, coming out, prima volta, stili di vita alternativi, orso lumbersessuale, impegno reciproco
Genere: romance M/M contemporaneo
Lunghezza: ~50,000 parole (romanzo autoconclusivo)
WARNING: Contenuti espliciti, linguaggio forte. Una quantità spudorata di termini modaioli. Potrebbe causare imbarazzo vicario.
Capitolo 1
Nel bagliore tremolante della torcia elettrica legata sul davanti della bici di Jo, la strada fangosa pareva una corsa a ostacoli fatta di sassi. Anche con il cielo luminoso che c’era fuori Seattle, aveva dovuto rallentare parecchio dopo aver lasciato la strada asfaltata, ed era lieto di vedere finalmente le luci della sua destinazione emergere tra gli alberi.
I boschi gli riempivano i polmoni di aria fresca e leggermente umida, che sapeva di erba e di sottobosco, e quel profumo lo calmava, nonostante il disagio di doversi muovere tra le ombre inquietanti gettate dai tronchi su entrambi i lati del sentiero.
Se non altro, la proprietà di Mr. B non era più così lontana. Per lui avrebbe avuto molto più senso abitare con suo fratello, o perfino con quei suoi genitori incredibilmente hippie, invece che in quel vagone ferroviario abbandonato senza Wi-Fi né altre comodità, ma sapeva troppo bene quanto Mr. B amasse quel posto, per dirglielo.
Nell’oscurità, perfino la vernice che si screpolava sulle fiancate era meno offensiva che alla luce del giorno, e Jo non avrebbe potuto dire che non gli piacesse passare del tempo lì, dato che gli offriva sempre una disintossicazione digitale di cui aveva un gran bisogno.
E poi c’era Mr. B, ovviamente.
Mr. B aprì la porta del vagone, lasciando uscire ancora più luce. Era così alto che riempiva quasi del tutto la porta, e il maglione troppo grande che indossava lo faceva sembrare perfino più grosso. Quella era una brutta notizia. Quell’abominio giallastro saltava fuori solo quando Mr. B non stava bene. Se Jo non fosse già stato sicuro di aver fatto la scelta giusta, abbandonando l’asta di scarponi Xxterior Boots agli ultimi minuti, lo sarebbe stato ora. Mr. B aveva bisogno di lui, e se Trael_457 avesse di nuovo superato la sua offerta, beh, pazienza.
Smontò dalla bici e aprì il fragile cancelletto di legno per entrare nel terreno recintato che racchiudeva le due carrozze ferroviarie. «Mi dispiace di non essere riuscito ad arrivare prima, ma al lavoro non volevano mollarmi,» disse, e si affrettò verso la sagoma torreggiante dell’amico, lasciandosi dietro la sua due ruote. «Ho portato del cibo, però,» aggiunse mostrando il sacchetto di carta della loro panetteria artigianale preferita, che faceva i migliori sandwich della città. Aveva perfino comprato apposta i biscotti preferiti di Mr. B, i red velvet, per rallegrarlo, dopo quello che era successo quel giorno.
A giudicare dal maglione, avrebbe dovuto prendere anche quelli ricoperti di zucchero e cannella.
«Fantastico, grazie. Mi dispiace che tu sia dovuto venire fin qui così tardi. Non è una gran cosa, comunque. Non mi sarei dovuto atteggiare a regina del dramma.» Sospiro così forte, che i baffi in cima alla sua folta barba bionda vibrarono.
Jo salì di corsa i gradini di metallo e gli mise un braccio sulle spalle, abbracciandolo, per dimostrare il suo sostegno. Adesso si sentiva in colpa di essere stato contento, quando Mr. B gli aveva detto della rottura. «Non dire così. Quello scandalo della chirurgia plastica di Akasha non era una gran cosa, e finora ci ho scritto sopra cinque articoli.» Sospirò, indugiando in quell’abbraccio, e inspirando il profumo di colonia alle spezie e di cera da barba che Mr. B si portava sempre dietro.
Quando Mr. B lo attirò in un abbraccio da orso, il senso di colpa si trasformò in una presenza calda e palpitante nel suo cuore, e gli mandò un brivido giù per la spina dorsale. Quell’abbraccio non avrebbe dovuto piacergli così tanto. Avrebbe dovuto pensare a come rallegrare il suo migliore amico, non ai modi per cogliere l’opportunità, adesso che era emotivamente vulnerabile.
Almeno la sua battuta riuscì a fargli scappare di bocca qualcosa che stava a metà strada tra una risatina e un verso di disapprovazione. «Disse Jo Lau, che se non altro aveva ancora un lavoro.»
Jo sbatté le palpebre e si tirò indietro per guardarlo in faccia. «Cosa? Ha rotto con te e per giunta ti ha pure licenziato?» Le nocche gli bruciavano talmente tanto per la rabbia che se fosse stato lì, avrebbe preso a cazzotti l’ex di Mr. B. «Ma che razza di stronzo. Chi fa una cosa del genere?»
Mr. B si strofinò il viso, e gli si strinse il cuore nel vedere che aveva gli occhi rossi. Eppure non poteva fare a meno di adorare le folte ciglia biondo pallido che c’erano attorno.
«Non è colpa sua. Mi sono più o meno licenziato. Voglio dire… non potevo proprio lavorare con lui dopo tutto quanto, no? Sarebbe stato imbarazzante.» Lo tirò nel calore accogliente del vecchio vagone che nonostante avesse mucchi di robaccia lungo tutte le pareti, in qualche modo riusciva ad avere un sapore di casa e a non sembrare il paradiso di un accumulatore compulsivo. I profumi mescolati del tabacco alla ciliegia e del caffè non fecero che amplificare il senso di pace che Jo provava sempre in quel posto.
Chiuse la porta dietro di sé e andò fino ai tre materassi rivestiti di tappeti e coperte, l’unico posto in cui ci si poteva sedere. Mise giù i sandwich, scalciò via gli scarponi e si accomodò, tirando Mr. B per l’avambraccio.
Stare con il capo di solito non era una buona idea, e adesso il povero Mr. B avrebbe dovuto subirne le conseguenze. «Suppongo di no. Mi dispiace tanto. C’è qualcosa che posso fare?»
Anche Mr. B si sedette accanto al tavolino, su cui giacevano la sua pipa e una scatola di fiammiferi. «No. Voglio dire, sì. Grazie di essere venuto. Ho davvero bisogno di sfogarmi con qualcuno. Penso che sia ora di aprire il whisky.»
Jo sistemò il cibo tra loro due, su un piatto fatto di sacchetti di carta strappati e tovagliolini. Aveva perfino fatto in modo che il commesso della panetteria raddoppiasse la porzione di bacon nel sandwich di Mr. B, ma adesso non era sicuro che quei deliziosi pezzi di carne grassa potessero aiutare più di tanto. «Sicuro. Tira fuori tutto quello che hai nel cuore. Sfogati pure con me,» replicò.
Mr. A, l’ex ragazzo di Mr. B, era uno stronzo, e Jo lo sapeva da molto tempo. La loro relazione era in declino da almeno un anno, e spesso la cosa faceva agitare Mr. B, mentre Jo contava i giorni che mancavano alla disintegrazione.
Adesso, per la prima volta, era in conflitto riguardo alle sue fantasie.
Quando lo aveva conosciuto, quattro anni prima, Mr. B stava già uscendo con Mr. A, per cui Jo non aveva mai dovuto davvero riflettere su cosa sarebbe successo se Mr. B fosse stato single. Erano andati subito d’accordo, fin dal giorno in cui si erano incontrati a crossfit. Jo non aveva potuto impedirsi di avvicinarlo e chiedergli quale fosse l’allenamento del giorno. Aveva cercato di avere l’aria fica, ma con Mr. B che metteva i segni di spunta a tutte le caselle della sua checklist segreta delle preferenze, il meglio che era riuscito a fare era stato tirare fuori quella stupida domanda.
Anche se era stato un tentativo di aggancio patetico, a Mr. B non aveva dato fastidio e, dopo quell’allenamento memorabile, erano perfino andati a cena insieme. Da quel momento in poi, la sua attrazione per Mr. B era stata solo una specie di continuo ronzio nel retro del cervello. Fino all’anno prima, quando si era inaspettatamente sviluppata in una cotta così intensa che Jo praticamente non riusciva più ad avere appuntamenti, dopo la rottura con la sua ultima ragazza, Juniper.
Si sgridò da solo per averci pensato troppo, quando si rese conto di aver perso la prima metà della frase di Mr. B.
«… se dovrei farmi chiamare ancora ‘Mr. B’. Ho avuto quel soprannome perché ero il ragazzo di Mr. A, e adesso lo sento così mio, che non voglio cambiarlo. È una parte della mia identità. Non può portarmela via.»
Jo annuì in fretta. Lui pensava che il nome ‘Bernard’ fosse decisamente carino, ma conosceva Mr. B soltanto come… beh, Mr. B. «Se ti piace è tuo. Arnold può andare ad attaccarsi.»
Usare il nome di Mr. A, funzionò, e Mr. B fece un leggero sorriso. Arnold lo odiava, ed era per questo che si era scelto quel soprannome.
«Cazzo. Non so dove sono i bicchieri.» Mr. B rovistò nelle scatole di cartone che doveva aver usato per andarsene in fretta e furia dalla casa di Mr. A. «Vanno bene questi?» Inarcò le sopracciglia e indicò due vasetti da marmellata che stavano sopra una delle scatole.
Jo scrollò le spalle e sciolse i lunghi capelli per risistemare il nodo in cui li teneva legati in cima alla testa, visto che durante la lunga pedalata dalla città si erano spettinati. «Sicuro. Tengono anche di più,» rispose con un sorrisetto.
Per qualche secondo Mr. B assunse un’aria contemplativa. «Allora… non te l’ho mai raccontato, ma qualche mese fa Mr. A… ha detto che voleva una relazione aperta.» Versò il liquore arancio nei vasetti, aggrottando la fronte. Quel giorno perfino i suoi capelli corti, di solito così ordinati, erano un pasticcio.
Jo si accigliò, senza sapere che cosa pensarne. Sembrava una cosa popolare fra i gay, e anche lui qualche anno prima lo aveva fatto con una delle sue ragazze, ma l’espressione sul bel viso solitamente sorridente di Mr. B lo spinse a stare zitto e ascoltare.
Mr. B gli passò un vasetto che aveva un odore… intenso. Doveva essere una delle sue miscele casalinghe. «Non sapevo cosa fare. Ma mi sono detto che potevo provarci. Se voleva così disperatamente scopare con qualcun altro forse avrei dovuto lasciarglielo fare… Non so neppure io a cosa stavo pensando.» Mr. B bevve una gran sorsata. «Lui continuava a trovare nuovi tizi con cui andare a letto, e io ero sempre più confuso su come la nostra relazione avrebbe dovuto funzionare con quei nuovi accordi. Non so nemmeno quando abbiamo cominciato ad allontanarci così tanto.»
Jo strinse le labbra, guardando quel dolore mal nascosto. Mr. B stringeva il vasetto tra le mani, sul punto di crollare. Pochi secondi dopo si spostò più vicino a lui e gli mise un braccio attorno, prima di far tintinnare i loro bicchieri improvvisati. Lo conosceva da abbastanza tempo per sapere che Mr. B era molto fisico nel dimostrare i suoi sentimenti. Si era accorto che in quella relazione mancava qualcosa, una volta che erano tutti al bar e Mr. A aveva detto a Mr. B che era appiccicoso. A quel tempo lui non ci aveva pensato troppo, ma le cose si erano deteriorate in fretta.
Con il corpo forte, ma caldo e coccoloso di Mr. B premuto contro il suo, si scoprì a sbavare di nuovo per il profumo del suo amico. Se ci avesse provato con lui in quel momento, sarebbe stato respinto? Sembrava una buona opportunità per aprirsi finalmente su quello che provava, ma con Mr. B che chiaramente non si era ancora buttato alle spalle Mr. A, lui rischiava di diventare una ripicca.
C’erano molte cose che avrebbe voluto essere per Mr. B, ma essere una ripicca non era in lista.
Mr. B fu grato di quella vicinanza e tirò su col naso. «Fino all’anno scorso pensavo ancora che io e Mr. A avessimo un futuro insieme, ma negli ultimi mesi… In un certo senso me lo aspettavo, solo che non sapevo come chiudere. Vivevo con lui, lavoravo al negozio di mobili, e non ero più stato single da anni. Penso di non aver ancora assorbito la cosa.» Scosse la testa, ignaro dei sentimenti conflittuali di Jo.
Non c’era nulla che lui desiderasse di più che far stare meglio Mr. B. Vedere così accasciato quell’uomo, la cui personalità solare era stata la prima cosa ad attrarlo, era quasi fisicamente doloroso. Ma continuava a non sapere come comportarsi. Prima di Mr. B nella sua vita non c’era mai stato un uomo che sembrasse valere lo sforzo di ammettere la sua bisessualità. Le donne gli piacevano. Poteva uscire con loro, divertirsi con loro, e rendere felici i suoi genitori, il tutto rimanendo un alleato della comunità LGBT.
Solo che lui faceva parte della comunità LGBT, una cosa che nemmeno il suo migliore amico sapeva. E forse questo era esattamente il motivo per cui si erano avvicinati all’inizio? In quanto ‘etero’, lui per un gay era un’amicizia innocua quanto una donna. Mr. B poteva piangere sulla sua spalla ed essere sicuro che Jo non avrebbe approfittato della sua vulnerabilità.
E per tutto quel tempo si era baloccato con il pensiero di cosa avrebbe fatto quando Mr. B fosse stato di nuovo single. Aveva immaginato scene intere, ma adesso che aveva la possibilità di metterle in pratica, non riusciva a evitare l’ansia di dover effettivamente affrontare la sua bisessualità, invece di limitarsi a guardare dei porno.
«Mi dispiace tanto. Tu meriti qualcuno che non veda il mondo al di là di te. Sei l’uomo migliore che io conosca,» sussurrò, voltando lentamente la testa per guardarlo. Mentre si fissavano, il suo mento sfregò contro la guancia morbida di Mr. B.
Mr. B fece un leggero sorriso e bevve qualche sorsata di alcol. «Ed è per questo che speravo potessi venire. Ho bisogno di persone positive. Non ho intenzione di starmene seduto a piagnucolare perché Mr. A mi ha mollato. Mi serve un piano. Ho bisogno di un lavoro, dato che i risparmi dureranno solo un po’. Almeno qui non devo pagare l’affitto, visto che il terreno è di mio fratello.»
Jo deglutì e sollevò una mano, sistemando distrattamente alcuni peli della barba di Mr. B che si erano spettinati. Erano così soffici che avrebbe voluto affondarci il viso. Lui alternava fra una barbetta scura e la faccia liscia, ed era un po’ invidioso della capacità di Mr. B di farsi crescere una simile barba. Se lui avesse avuto una meraviglia del genere ci avrebbe giocherellato in continuazione. «Esatto. Ci sono un sacco di pesci nel mare.»
Tipo me. L’unico pesce di cui non sai che non solo è commestibile, ma perfino delizioso, se lo prepari nel modo giusto.
Era spacciato. Guardando così vicino quegli occhi chiari, non poté fare a meno di pensare a quelle labbra dall’aria morbida che adesso sapevano di moonshine, il liquore fatto in casa, e di tabacco.
Mr. B scosse la testa. «Non so nemmeno se adesso voglio una relazione. Sono così stanco di tutte le stronzate che mi ha fatto passare Mr. A. Sai una cosa?» Mr. B fece tintinnare il vasetto contro il suo. «In realtà sono contento che sia finita. Da adesso può solo andare meglio. Ho tutti i mobili di scarto di mio fratello e pensavo da secoli di darmi al riciclo creativo, ma fra il lavoro e il fatto che vivevo con Mr. A, non ero mai riuscito a trovare il tempo.»
Jo bevve una gran sorsata di alcol, sorpreso dal retrogusto fruttato. Era una nuova creazione. «Parole sante. Non hai bisogno di quel vecchio caprone. Anzi, semmai lui era una palla al piede.»
Mr. B gli diede una tiratina allo chignon, annuendo. «Vero? Così tanto potenziale. Pure questo, no? È maledettamente delizioso, e l’ho fatto da me. Ho questo posto, ho delle idee, posso fare un sacco di cose. Il suo negozio di mobili noiosi può andare a impiccarsi. Penso che fosse diventato troppo mainstream, comunque.»
«Vero?» chiese Jo, mandando giù in fretta l’enorme bicchiere di quel delizioso liquore che gli scaldò all’istante la gola e il petto. «Vendere tronchi d’albero come sgabelli per duecento bigliettoni? Non l’ho mai detto perché pensavo che ti saresti arrabbiato, ma ho sempre pensato che non avesse la minima creatività. I tuoi mobili e i tuoi design sono sempre stati molto più originali. Si riesce a sentire tutta la passione che ci hai messo. Hai presente, tipo, quando mangi il gelato al basilico ed è buono, anche se hai l’impressione che non dovrebbe?»
Ebbe le palpitazioni quando le labbra di Mr. B si allargarono in un gran sorriso. «Mmm… gelato al basilico.»
«Lo so, ti rendi conto? Dobbiamo andare a mangiarlo di nuovo,» continuò lui versandosi di nuovo da bere. «Ma hai capito. Tipo questo. Immaginati delle confetture con questo sapore qui. Conserve per adulti. Potresti fare questo.»
Mr. B annuì in fretta e diede un’occhiata al vasetto. «Diavolo, sì che potrei farlo. Marmesbronze. Conservoliche…» Si accigliò. «No, questa non suona bene. ‘Marmebirre di Mr. B’?»
Jo addentò uno dei biscotti red velvet. «Alcolate? Moonfetture?»
Mr. B rise forte, con le guance rosse, il che lo spinse a chiedersi che aspetto avesse quando era eccitato. «Mi piace Moonfetture. Facciamolo! Jo, questo potrebbe essere davvero il mio prossimo lavoro. Perché no? Ho bisogno di nuovi sbocchi.»
«Esatto. Sai quanto possono essere costosi i prodotti artigianali. Potrebbe essere un ottimo affare per te, soprattutto visto che la tua famiglia ha quella fattoria. Potresti comprare le materie prime da loro. Tutto biologico al cento per cento.»
Mr. B si chinò e gli diede un gran bacio sulla guancia. «Questa sì che è una buona idea! Farò vedere a Mr. A che me la cavo benissimo da solo.» Si alzò in piedi e prese la pipa. «Ho ventotto anni, faccio crossfit, ho talento. Sono all’inizio della mia vita! Lui può andare a farsi fottere.»
Jo si sentiva bruciare la guancia, per cui cambiò argomento; aveva così caldo che avrebbe voluto levarsi di dosso qualcosa. «Che investimento iniziale pensi ti serva?»
Mr. B si leccò le labbra e lo fissò in silenzio, riuscendo solo a far salire la temperatura nella stanza. «Devo risparmiare.» Invece di accendere subito la pipa si tolse il maglione giallo, rivelando di indossare una delle camicie preferite di Jo: una di flanella a scacchi grigi che gli stava alla perfezione sul torace e sulle grosse braccia tatuate.
Jo annuì, mantenendo faticosamente lo sguardo sulle guance rosee e sugli occhi un po’ appannati. «Sai… se hai bisogno d’aiuto, io ci sono. Lo sai che il mio lavoro non è chissà cosa, e comunque non è a tempo pieno.»
Mr. B ci rimuginò sopra per un attimo e accese la pipa, riempiendo subito lo spazio con il fumo che sapeva di ciliegia. «Se hai del tempo che ti avanza e un po’ di contanti, potremmo associarci, fare affari insieme.» Gli versò dell’altro liquore, con l’aria leggermente brilla. «Potremmo scegliere il nome della ditta unendo i nostri, hai presente, qualcosa tipo Jornard?»
Jo rilasciò un respiro e bevve subito un altro sorso, guardando Mr. B con la guancia che ancora gli bruciava per quel bacio. Aveva scritto abbastanza articoli sui Brangelina da sapere che cosa faceva venire in mente ‘Jornard’. «Questo ci fa sembrare sposati. E comunque non ho così tanti contanti. Potrei offrire il mio tempo in cambio di alcune quote. E per i soldi potremmo provare con una raccolta fondi, magari?»
Mr. B annuì, con la pipa in bocca e l’aria assolutamente seria. Oppure assolutamente ridicola. Jo non era sicuro di quale delle due. «Buona idea. Mi piace.» Prese un taccuino e si sedette di nuovo accanto a lui, coscia contro coscia. «Quindi ho bisogno di fare soldi alla svelta. Che risorse ho?»
«Te stesso. Me. Questo vagone,» rispose lui, offrendogli un biscotto. Era felice di vedere che non aveva più quell’espressione cupa.
Avendo una mano impegnata con la pipa e l’altra con il taccuino, invece di prendere il biscotto lo addentò direttamente dalla sua mano. Senza riflettere Jo si mise in bocca quello che restava, continuando a guardare Mr. B.
«Sì, non ho avuto molto tempo per sistemare questo posto, ma ho tutta la roba di scarto del deposito. Se rimetto in sesto i vagoni e li faccio diventare… stilosi magari posso darli in affitto,» rifletté infilandosi la penna dietro l’orecchio.
Jo annuì con fervore si sciacquò la bocca con dell’altro alcol. «Potresti farne un’esperienza. Hai l’aria giusta per la parte. Potresti insegnare alla gente come si fa ad abbattere gli alberi e a realizzare mobili semplici.»
Mr. B rise e aprì la bocca perché Jo ci infilasse un altro pezzo di biscotto, mentre lui prendeva appunti. «Oh, ragazzi. È proprio vero! Se presento la cosa nel modo giusto, con un bel sito e delle foto professionali, la posso presentare come una ‘Esperienza Lumberjack’.» Mosse le sopracciglia su e giù.
Jo sorrise e bevve un altro po’ di quel liquore fruttato. Era lui che si immaginava le cose, oppure Mr. B aveva abbassato lo sguardo sul suo torace? Non ne era sicuro, perché gli girava un po’ la testa. Non era mai stato un gran bevitore, e quel prodotto di Mr. B era più potente di quanto non suggerisse il sapore. «Io potrei fare un giro di prova.»
Mr. B fece un tale sbuffo da sputare delle briciole. «Detto così sembra una cosa sporca. È un’esperienza, non un bordello hipster!»
Jo sorrise e gli diede una spintarella al braccio. «Un bordello hipster? Come funzionerebbe? Come una bancarella pop-up al mercato contadino?»
Mr. B non riusciva a smettere di ridere, e bevve un altro po’ di quell’alcol. «Un bordello pop-up! Mi piace. Ho anche lo slogan! ‘Il Pezzo Di Legno Ve Lo Portate Voi’.»
Jo si sputò l’alcol sulla mano, scosso dalle risate. Poi bevve quello che restava e mise giù il vasetto, sdraiandosi su un mucchio di cuscini. «Ho perfino di meglio. Aspetta.» Strinse gli occhi e si accertò che l’attenzione di Mr. B fosse tutta per lui. «Ci prendiamo cura del vostro pezzo di legno.»
Mr. B prese una boccata di fumo così forte da avere le lacrime agli occhi. «Lezioni di carpenteria lumbersessuali.»
Jo si rilassò sui cuscini, lasciando ricadere le lunghe gambe e guardando Mr. B in quella cornice. Si sentì bruciare di calore, immaginandolo soffiare tutto quel fumo fragrante sulla sua pelle. «Sembra roba da grossi guadagni.»
«Potrei indossare le bretelle sulla pelle nuda.» Mr. B sorrise… con l’aria seduttiva? Oppure era solo una sua immaginazione? «Occhiali con la montatura pesante, barba tagliata alla perfezione. Potrei trasformare questo posto in un perfetto rifugio rustico. Plaid, coperte scozzesi e tende di iuta.»
«Un letto fatto di legno riciclato ricoperto con una vecchia pelle d’orso,» aggiunse Jo, rotolando con discrezione sullo stomaco quando il suo uccello cominciò a essere troppo interessato alla visione che gli si stava formando davanti agli occhi.
Se solo Mr. B non fosse stato così importante nella sua vita, lui ci avrebbe provato e basta. Ma valeva la pena rischiare la loro amicizia per avere qualcosa di più? E se lui non fosse stato il tipo di Mr. B? E se tra loro fosse cambiato tutto e lui avesse perso il suo migliore amico?
Mr. B si spostò più vicino a lui sul materasso e mise da parte la pipa, guardandolo con espressione intenta. «Sono single, sono di mentalità aperta, allora perché no? Solo per un po’. Se mettiamo in piedi questa esperienza del bordello hipster possiamo fare una quintalata di soldi. Economia della condivisione, giusto? Qualcuno ha carenza di sesso, e io ho un bel corpo.»
Jo rise, ma nemmeno l’alcol poteva mantenerlo in quello stato di sciocca beatitudine quando Mr. B lo guardava con espressione così seria. «Oh… Lo faresti sul serio?»
Mr. B aveva lo sguardo fuori fuoco, ma annuì. «Sarebbe solo per gli uomini, dato che sono gay. E comunque mi piace il sesso. Mr. A non mi dirà mai più che sono noioso. Io posso essere maledettamente avventuroso dal punto di vista sessuale. Potrebbe essere divertente.»
Jo si ficcò in bocca un biscotto intero solo per rendere plausibile il suo silenzio, ancora per qualche secondo. «Beh, scommetto che la gente pagherebbe dei bei soldi per questo tipo di esperienza,» replicò guardando quel torace così largo, tanto che i bottoni della camicia a scacchi minacciavano di saltare via.
«Immagina di essere un gay in cerca di un’esperienza unica. Quanto pagheresti per una notte con me?» Come per distrarlo da quella domanda, Mr. B iniziò sbottonarsi la camicia.
Jo si immobilizzò, con i pensieri che cominciavano a girare in cerchio mentre i suoi occhi aspettavano affamati che venissero rivelati quei muscoli. Il cervello gli pareva troppo grande per il suo cranio, ed era disposto a giurare che se il suo uccello avesse potuto farsi venire la pelle d’oca, in quel momento ce l’avrebbe avuta. «Tipo… un milione di dollari?»
«Ecco. Farò quattrini di sicuro. Guarda. Ho perfino il tatuaggio giusto. Non penso che tu questo lo abbia mai visto.» Mr. B si aprì la camicia, mettendo in mostra i bei pettorali con una leggera peluria bionda dal torace in giù. Su un lato, sotto le costole, c’era il tatuaggio di un’ascia piantata in un blocco di legno.
Jo lo toccò senza pensare, passando il dito sul lungo manico dell’ascia e accarezzando i soffici peli biondi. Avrebbe voluto seppellirci il viso.
Mr. B sorrise. «Dall’altro lato me ne farò uno che dice ‘Timber’… ‘cade’, hai presente?»
Jo deglutì e mosse le dita su quella peluria calda, sentendo la pelle che formicolava. Mr. B era deliziosamente tentatore, come quella ciambella con la glassa che ti eri sempre negato ma che dovevi assolutamente assaggiare. «Qui?»
Uno schiaffo sul polso lo strappò dal suo mondo di fantasia. «Questi sono beni di valore. Per giocarci devi pagare.» Mr. B rise.
«E non ho ancora quel milione,» commentò Jo, rimproverandosi per quello che aveva appena fatto. Era territorio pericoloso, e il momento non avrebbe potuto essere peggiore.
Mr. B mosse le sopracciglia su e giù e si passò la mano sul torace, come avrebbe voluto fare Jo. «Beh, quando hai un milione di dollari che ti avanzano e sei pronto per l’Esperienza Lumbersessuale, io sono il tuo uomo.»
Jo sorrise, ma per lui lo scherzo non era davvero divertente. Mr. B era completamente ignaro che ci avesse appena provato, come se lui fosse un alieno asessuato che non poteva assolutamente fargli scorrere il sangue più in fretta.
Ben gli stava per non aver mai ammesso con Mr. B che forse, proprio forse, era possibile che fosse bisessuale.