Jack il Rosso. Rude. Volgare. Un arrapato dai capelli rossi. Innamorato… di se stesso.
Loki. Scroccone. Instabile. Uno stalker. Malato terminale. Mortalmente innamorato.
Quando si tratta di uomini, Jack il Rosso ha tre regole. Devono essere fighi, fuori città e non volerlo rivedere. È un buon modo per tenere le sue avventure gay lontane dagli occhi dei suoi fratelli del Club Motociclistico dei Coffin Nails, e ha tutte le intenzioni di continuare così. Quando una scappatella prende una piega inquietante e lo sconosciuto sexy si presenta a casa sua, le cose si fanno rischiose. Loki invade la vita di Jack e non vuole saperne di andarsene, portando guai ovunque lo segua, ma liberarsi di lui si fa più difficile a ogni bacio.
Il mondo crolla addosso a Loki quando scopre di avere il cancro. Come se la sua vita non fosse già abbastanza merdosa. Visto che gli restano pochi mesi, decide di vivere al massimo e realizzare ogni desiderio sulla sua lista delle cose da fare. Uno di essi è scopare il motociclista figo e barbuto che ha incontrato la notte in cui ha ricevuto la brutta notizia. Grosso, sicuro di sé e pericoloso, Jack il Rosso è tutto ciò che Loki ha sempre voluto in un uomo. Dopotutto, merita un’ultima occasione di trovare l’amore. Che importa se Jack il Rosso è uno stronzo testardo che non vuole ammettere di essere gay? Loki sa cosa vuole e non ha intenzione di accontentarsi. Anche se dovesse costargli la vita.
Temi: Club di motociclisti fuorilegge, attività criminali, ferite emotive, abuso, problemi di orientamento sessuale, stalking, vendetta, lista dei desideri, malattia, primo amore
Genere: romance M/M, erotico, dark, suspense, drammatico
Lunghezza: ~105,000 parole, romanzo singolo (con lieto fine)
AVVERTENZE: Contenuti maturi. Sesso gay esplicito, linguaggio volgare, scene di violenza, di abuso, uso di droghe. Si invitano i lettori a procedere con cautela.
Due anni prima, Loki era sfuggito alla morte, quindi non si aspettava che il Mietitore tornasse così presto a mostrare la sua brutta faccia.
Le lacrime negli occhi di Loki rendevano tutto appannato ma, mentre guidava la sua vecchia Dodge verde lungo la strada vuota, non riuscì a trovare una scusa per fermarsi. Non essere sicuro di cosa ci fosse più avanti non sembrava un motivo sufficiente. Cantò a squarciagola insieme alla musica rabbiosa che usciva dal suo stereo e segnò un’altra cosa da fare sulla sua lista, scritta frettolosamente.
Fare una festa di compleanno.
Probabilmente non sarebbe riuscito a farla, visto che gli restavano al massimo tre mesi. Sollevò lo sguardo dal blocchetto che aveva appoggiato al ginocchio e girò il volante a sinistra, appena in tempo per evitare di uscire di nuovo di strada. Si stava anche facendo rapidamente buio, il che non lo aiutava di certo.
Loki trasse un respiro profondo e sbatté le palpebre, ma guardare il foglietto di carta davanti a lui non faceva che rammentargli che aveva sprecato tutti i suoi ventidue anni di vita e adesso era troppo tardi. Non avrebbe mai riavuto quel tempo perso. Sarebbe morto amareggiato, perdendo il senno mentre il tumore nella sua testa cresceva fino a fargli venire le convulsioni ed infine a ucciderlo.
Non curabile. Era quello che dicevano i risultati. Loki non aveva speranze di sopravvivere. Sapeva che c’erano opzioni che forse gli avrebbero dato ancora un po’ di tempo. Chemioterapia. Radiazioni. Ma chi avrebbe pagato? E perché avrebbe dovuto passare i suoi ultimi giorni in un ospedale o steso in un letto, troppo debole per fare niente? Preferiva andarsene col botto. Morire sulla pista da ballo. Morire durante una gang-bang. Suicidarsi in modo così assurdo che la gente lo avrebbe ricordato per sempre. Sarebbe diventato famoso, anche se dopo la morte. Ma, soprattutto, Loki non voleva morire solo.
Tecnicamente aveva ancora un ragazzo, ma non amava Richard, ed era abbastanza sicuro che nemmeno Richard lo amasse. Era stato un accordo che gli aveva permesso di vivere in santa pace, senza preoccuparsi di come avrebbe mangiato il giorno dopo, o di dove o se si sarebbe svegliato. Ma Richard era il tipo di ragazzo che ti dava l’obbligatorio regalo di San Valentino e si aspettava un pompino in cambio, come se una scatola di cioccolatini fosse chissà cosa per uno con tutti i soldi che aveva lui. Era stato lui a riferire a Loki la notizia. E, mentre Loki si sentiva morire dentro, Richard gli aveva offerto una tazza di tè e un rigido abbraccio. Per Richard, dire al suo ragazzo che stava morendo era stata una fastidiosa incombenza.
Loki aveva chiuso con quello stronzo. Avrebbe preferito morire in un vicolo anziché con Richard seduto al suo capezzale per senso del dovere, scrutando continuamente il cellulare in cerca di una scusa per andarsene.
Impacchettare tutto ciò che possedeva era stato deprimente. Stava tutto in due borsoni da palestra, che ora si trovavano nel bagagliaio. Non c’erano stati addii né scopate d’addio, e Loki sospettava che Richard sarebbe stato segretamente sollevato per non doversi sobbarcare l’imbarazzo di prendersi cura di Loki mentre la sua salute si deteriorava. Era già stato chiaro che fosse stanco delle nausee e le emicranie di Loki. Quando Richard lo aveva accolto in casa, probabilmente non si era aspettato che avrebbe richiesto tante attenzioni.
Loki si asciugò gli occhi con il polso e guardò di nuovo la lista.
Diventare famoso
Andare a un appuntamento perfetto
Innamorarsi
Parlare a Peter dei Rotten Apple
Assaggiare gli scorpioni canditi
Rifarlo senza goldoni
Farsi un tatuaggio d’amore
Avere una festa di compleanno
Deglutì pesantemente e scrisse un’altra voce: Scopare uno coi capelli rossi.
Appena ebbe scritto quelle parole, il suo cellulare squillò per l’arrivo di un messaggio.
Tirò su con il naso e lo tirò fuori dalla tasca. Non voleva parlare con Richard, ma se non altro significava che un po’ gli mancava, a quel bastardo.
Ma non era Richard. Era un messaggio dall’app per incontri che Loki usava ogni tanto, quando era annoiato dalla sua vita. Non c’erano parole nel messaggio, solo una foto. La foto di un bellissimo cazzo circondato da peli pubici rosso scuro.
L’auto sussultò mentre usciva nuovamente dalla carreggiata, e Loki riportò la ruota posteriore destra al suo posto prima di fissare quel grosso pezzo di carne, senza fiato. Uno con i capelli rossi. Un rosso voleva scoparlo. Era destino. Poteva quasi sentire il frusciare delle ali di un angelo nella sua macchina.
Loki si fermò in mezzo alla strada e si appoggiò allo schienale, osservando la spessa vena ben evidente nella foto. Quanto gli sarebbe piaciuto passare la lingua su quella linea pulsante.
Rispose: ‘Ne ho davvero bisogno adesso’.
‘Bene, perché ha bisogno di essere succhiato. Sei figo?’
Loki gemette e annuì, anche se lo sconosciuto non poteva vederlo. Si sollevò rapidamente la maglietta e fece una foto dall’alto, assicurandosi che il suo viso non fosse visibile. Più di due anni prima, si era ripromesso di pensare alle brutte cicatrici sulla sua guancia solo come al marchio di un sopravvissuto, ma era ancora vanitoso. E non le voleva. Non aveva scelto lui di averle.
Inviò la foto, sentendo un piacevole formicolio alle membra. Un’auto si stava avvicinando in direzione opposta e il guidatore rallentò, domandandosi chiaramente se Loki avesse bisogno di aiuto, ma Loki gli fece cenno di proseguire. Non aveva bisogno della pietà di nessuno. Aveva bisogno di avere quel grosso cazzo in bocca. Una bella scopata per alleviare il dolore.
‘Tatuaggi. Bene. Ci vediamo a Villa Blanca. Spero che la tua bocca sia pronta per essere scopata’.
Loki si morse il labbro inferiore. Il posto era molto vicino, e una volta si era già incontrato là con un tizio. Il tono del messaggio fece sembrare i suoi pantaloni ancora più stretti. ‘È prontissima’, digitò in risposta, quindi partì. Il cuore gli martellava nel petto mentre si avvicinava alla sua destinazione. Gli pulsava la testa, e aveva lo stomaco stretto in una morsa. Dopotutto, era il ragazzo che doveva incontrare quel giorno. Qualcosa che alleviasse un po’ il peso delle ultime notizie. Da qualche parte là fuori, c’era un piano per la vita di Loki, e quel ragazzo stava per metterlo in moto.
Il luogo d’incontro era un vecchio bagno pubblico in disuso al lato della strada, con un nome altisonante che gli era stato affibbiato dalla gente che lo usava per scopare. Da quando era stato chiuso, nessuno ci faceva caso, e c’erano ancora i cubicoli per un po’ di privacy nelle rare occasioni in cui era usato da più di un gruppo di persone. Quando Loki arrivò, era vuoto.
Villa Blanca era un posto sudicio, con il pavimento punteggiato di goldoni usati e qualche siringa sparsa, ma se non altro non puzzava troppo, quindi sarebbe andato bene. Loki si toccò la fronte dove poteva già sentire il tumore che gli cresceva nel cranio, pulsando e aumentando di dimensione a ogni battito del suo cuore.
Lo scricchiolio di stivali sulle piastrelle sporche lo distolse dai suoi pensieri cupi. I passi erano decisi, e Loki moriva dalla voglia di vedere l’uomo a cui apparteneva lo splendido cazzo della foto.
Guardò attraverso il vano della porta, verso il cielo blu scuro al di fuori. Attese, con la schiena dritta. I poteri che giocavano con la sua vita non lo delusero. Vedere la figura maschile emergere dall’oscurità bastò a fargli sussultare il cuore. Il tizio aveva le spalle ampie ed era alto, come un barbaro dei tempi moderni, con una folta barba ben curata. A ogni passo che faceva, Loki riusciva a individuare altri dettagli. Aveva uno stiloso taglio undercut, lungo sopra e rasato sotto, una maglietta nera con la scritta ‘Route 666’ sul petto, e un paio di jeans scuri e aderenti.
Tese il braccio, interamente coperto da un tatuaggio in bianco e nero, e afferrò il mento di Loki. “Ehi. Sei pronto a fare buon uso di quella bella bocca?” Gli fece l’occhiolino, con un sorrisetto arrogante. Anche la sua voce era sexy; bassa e profonda come il rombo di un motore.
Loki ansimò, passando le mani sui fianchi del Rosso, ansioso di assaggiare la sua bocca. Quell’uomo sembrava riempire l’intera stanza, con i suoi movimenti decisi e sicuri di sé. Non stava cercando un brivido per ravvivare la sua vita comoda, come aveva fatto Richard trovandosi un ragazzo sballato. Quel tizio era un brivido. Era un vero uomo, e Loki voleva baciare i piedi dell’angelo che li aveva fatti incontrare.
Ma, quando Loki si sporse per baciare il suo destino dai capelli rossi, fu bruscamente spinto via.
“Io non bacio,” disse il Rosso, puntandogli il suo luminoso sguardo azzurro negli occhi.
Loki chiuse la bocca, scioccato. Non era così che doveva andare! Ma d’altronde, se quell’incontro era solo il primo passo del breve percorso fino all’ultimo giorno della sua vita, forse poteva sopportarlo. Chiunque poteva cambiare, quando gli veniva mostrata la retta via.
“Allora cosa fai?” sussurrò, passando le dita sulle braccia forti del Rosso. Toccare tutti quei muscoli d’acciaio bastò a fargli venire le farfalle nello stomaco.
Il Rosso gli rivolse un sorrisetto arrogante e si abbassò la cerniera dei pantaloni. “Mi faccio succhiare il cazzo. È per quello che sei venuto, no? Per assaggiare un vero uomo?”
Fu come se avesse lacerato il petto di Loki con quel movimento. “Fra le altre cose. Mi scoperai?” ansimò Loki, fissando la carne rosa della bocca del Rosso che spuntava dalla sua folta barba ordinata. E poi c’erano le lentiggini, oh, le lentiggini… erano ovunque. Punteggiavano ogni parte visibile del volto del Rosso, e Loki moriva dalla voglia di scoprire quante altre ne avesse. Ora che le aveva notate, si rese conto che i tatuaggi sulle braccia del rosso nascondevano alcuni punti, ma i tatuaggi arrivavano solo fino alle nocche, e il mare di lentiggini inondava le dita del Rosso.
“Ti scoperò la bocca, questo è certo.” Il Rosso gli lasciò andare il mento e gli fece scivolare le dita fra i lunghi capelli.
Loki si irrigidì e inclinò la testa per cercare di nascondere la guancia sfregiata. “Basta che tu non venga fuori. Voglio bere tutto,” sussurrò, fissando quegli intensi occhi azzurri. Il Rosso aveva qualcosa di irresistibile e attraente. Era come se avesse in pugno ogni cosa e ogni persona che aveva intorno.
Il sorriso che distese le labbra del Rosso fece venire di nuovo voglia a Loki di baciarle. “Ah sì? Ti piace bere la sborra degli sconosciuti?” Si appoggiò al muro e si abbassò i pantaloni sui fianchi, mettendo in mostra il suo grosso cazzo, con un glande tutto da leccare. Loki moriva dalla voglia di venerarlo a dovere.
Si inginocchiò davanti a quel cazzo meraviglioso, inspirando profondamente mentre sollevava lo sguardo. “Voglio bere la tua. Per favore?” mormorò, stringendo i fianchi del Rosso. Non era mai stato un santerellino ma, in quel momento, era ora di abbandonare ogni inibizione. Voleva quell’uomo, e lo avrebbe ottenuto. Se doveva morire fra qualche mese, nel frattempo avrebbe avuto tutto ciò che voleva dalla vita.
“Non c’è nemmeno bisogno di chiederlo,” disse il Rosso, inspirando profondamente, ma allontanò le mani di Loki. Spinse lentamente i fianchi in avanti. “Avanti, non si succhierà da solo.”
Loki ridacchiò e gli strinse la base del cazzo, quindi passò lentamente la mano sulla lunghezza. “Spruzzi come una doccia, vero?” Sorrise allo spesso pezzo di carne e si chinò per assaggiarlo. Il glande era così liscio che Loki rabbrividì per l’anticipazione. La pelle del Rosso era fittamente punteggiata di lentiggini e i suoi peli pubici rossi imploravano di essere accarezzati, quindi Loki gli appoggiò l’altra mano sopra l’uccello e passò il pollice sul cespuglio. Loki aveva sempre avuto un debole per i capelli rossi, ma quel tizio era oltre ogni immaginazione. Si vedeva già a passare gli ultimi mesi della sua vita esplorando ogni centimetro della pelle del Rosso con la lingua, scopando quel culo indubbiamente lentigginoso.
“Non puoi saperlo, visto che non l’hai ancora visto.” Il Rosso allargò un po’ di più le gambe e picchiettò le dita sulla riga dei capelli di Loki.
“Ho quella sensazione.” Loki sospirò e aprì ancora di più la bocca, accogliendovi il glande. Vi scivolò dentro agevolmente, con la spessa circonferenza che gli pesava sulla lingua. Loki sollevò lo sguardo e passò le dita sullo stomaco del Rosso, ma in risposta ottenne una sberla al polso.
“Non mi piacciono le smancerie,” sussurrò il Rosso.
Loki succhiò più forte prima di lasciarsi sfuggire il cazzo dalla bocca. “Non ti ho mica baciato. Facciamo un compromesso,” suggerì, prima di leccargli il lato dell’uccello.
“Ecco un compromesso. Succhiami il cazzo e potrai anche leccarmi le palle.”
Loki non avrebbe permesso che le parole del Rosso lo fermassero, quindi gli passò le mani lungo le cosce spesse e dure come tronchi. Il Rosso lo prese per i polsi e glieli tirò dietro la testa. Loki alzò lo sguardo, con il cuore che impazziva nel petto. Per quanto volesse carezzare dappertutto quel bellissimo corpo virile, il modo in cui il Rosso gli stringeva le mani gli fece fremere il cazzo. Gli venne l’acquolina in bocca e non seppe impedirsi di prenderglielo di nuovo in gola. Il sapore amaro e salato gli si allargò sulla lingua in modo delizioso e Loki gemette, sporgendosi in avanti.
“Sei bravo… succhi tanti cazzi?” gemette il Rosso, ma non sembrava volere davvero una risposta. Strinse l’altra mano fra i capelli di Loki e iniziò a muovere i fianchi. Quel cazzo meraviglioso scivolò avanti e indietro sulla lingua di Loki, andando sempre più a fondo. Loki non aveva molto spazio per muoversi, con due pugni che insieme erano più grandi della sua testa intenti a tenerlo fermo. Non gli importava. Quelle mani grandi e forti lo bloccavano. In ginocchio. Costretto a prendere il cazzo di quel bellissimo bastardo proprio come voleva. Non gli dava fastidio nemmeno il modo in cui l’anello del Rosso gli affondava nei polsi. L’indomani avrebbe guardato i lividi e avrebbe ricordato l’animale dai capelli rossi che gli aveva scopato le labbra.
I jeans del Rosso scivolarono un po’ più in basso, rivelando altre lentiggini mentre il ritmo delle sue spinte aumentava. “Andiamo, apri la gola per me, piccolo succhiacazzi.”
Come poteva Loki rifiutare una simile richiesta? Gemette intorno a quello spesso pezzo di carne e rilassò la mandibola. Fissò l’uomo sopra di lui con la mente annebbiata dal desiderio. Voleva farlo sorridere di nuovo in quel modo malandrino.
Il grosso glande avanzò ancora e, quando finalmente scivolò in gola a Loki, il Rosso gettò la testa all’indietro con un gemito di sollievo. Il mondo vorticò intorno a Loki mentre deglutiva intorno a quel membro pulsante, rabbrividendo. Il cazzo gli fremeva nei pantaloni e avrebbe iniziato a masturbarsi se il Rosso non gli avesse stretto così forte le mani. Dopo essergli arrivato in gola per la prima volta, prese un ritmo più rapido ed esigente, senza curarsi del fatto che stesse strozzando Loki con il suo grosso cazzo.
“Cazzo, che gola stretta, berrai tutta la mia sborra, vero?” sibilò il Rosso, guardando Loki come se volesse mangiarlo vivo. Se solo Loki avesse potuto, avrebbe messo le mani sul culo del Rosso e vi avrebbe infilato dentro le dita, scopandolo con quelle come il Rosso gli stava scopando la gola.
Ma anche quando iniziarono a venirgli dei conati, non disse al Rosso di fermarsi. Che importava se gli colavano le lacrime lungo le guance? Che importava se non sembrava perfetto? Non gli interessava più. Voleva soddisfare quell’uomo, farlo venire così intensamente che avrebbe voluto scopargli la gola ancora e ancora.
Gemette intorno a quell’uccello pulsante, offrendosi a lui mentre raddrizzava il collo per farlo entrare più agevolmente. Il Rosso si trattenne per un secondo, lasciando che Loki riprendesse fiato, ma Loki aveva ancora il glande in bocca e gli stava bruciando la lingua con il suo sapore virile e salato. I loro sguardi si incontrarono, creando una scarica elettrica che gli arrivò fino alla punta dei piedi.
“Sì! Cazzo!” Il Rosso tirò indietro la testa di Loki per i capelli e venne con qualche altra spinta violenta. Ansimò per prendere fiato, con le guance arrossate dall’orgasmo. Era così bello e trionfante fra le mura scure del bagno abbandonato. Loki avrebbe potuto guardarlo per sempre.
Il calore gli esplose in fondo alla gola e Loki si spinse in avanti fino ad affondare il naso fra quei peli pubici rossi. Si sentiva completamente vulnerabile con quel pezzo di carne spessa e pulsante che gli bloccava le vie respiratorie, ma cos’aveva da perdere? Non aveva più paura. Il suo cuore iniziò a battere all’impazzata quando il suo corpo ebbe disperatamente bisogno d’aria ma, con quelle mani ferme che lo tenevano stretto, non poteva ancora muoversi. E non voleva neanche farlo. Avrebbe potuto passare il resto dei suoi giorni in quella stretta. Forse anche soffocare a causa di quello splendido cazzo e non dover più contare i giorni fino alla sua morte.
Ma quei pensieri si dispersero quando fu di nuovo tirato per i capelli e poté respirare liberamente, anche se la sua mente rimase annebbiata.
“Hai delle labbra davvero abili.” Il Rosso gli lasciò andare le mani e si appoggiò al muro, continuando ad ansimare, con un sorriso soddisfatto.
Loki si massaggiò la gola usata per bene e gli rivolse un sorriso sciocco. “Voglio assaggiarti di più la prossima volta,” sussurrò, appoggiando la fronte al fianco del Rosso e, per una volta, non fu spinto via. Il cazzo si stava ammosciando ma, come aveva previsto, non divenne molto più piccolo.
“Forse ne avrai l’occasione. Hai dimenticato di succhiarmi le palle.”
Loki ridacchiò e gli sfiorò lo scroto tiepido con le dita. Il profumo salato e mascolino dell’inguine del Rosso lo avvolse come un bozzolo senza peso e lo risucchiò completamente mentre si apriva i pantaloni e tirava fuori il suo cazzo duro da far male.
Il Rosso si morse il labbro inferiore mentre il suo petto forte si gonfiava sopra Loki. “Fai pure. Scommetto che verrò in meno di un minuto.”
Loki sorrise e si strinse forte il cazzo mentre si tuffava verso lo scroto trascurato del Rosso. Il suo cazzo moscio gli sfiorò la guancia e vi rimase appoggiato mentre Loki passava la lingua sulla pelle morbida e rugosa. “Voglio il tuo cazzo in culo,” sussurrò, immaginando le forti braccia del Rosso girarlo e sbatterlo contro le piastrelle rotte. Avrebbe abbassato i jeans di Loki e gli sarebbe entrato dentro senza protezioni, usando lo sputo per lubrificarlo. Erano passati anni da quando Loki aveva fatto qualcosa di così intenso, ma in quel momento il suo corpo fremeva dalla voglia.
“Non scopo i maschi in quel modo,” mormorò il Rosso, ma la delusione non impedì a Loki di venire. Riusciva a pensare solo al Rosso che gli tirava i capelli, scopandolo da dietro come una macchina, oppure che gli succhiava il cazzo penetrandolo al tempo stesso con le dita. O che penetrava se stesso. O che permetteva a Loki di scopargli il culo lentigginoso e venire in quel suo corpo caldo e muscoloso.
“Non sono venuto qui per chiacchierare. Sono venuto a farmi succhiare il cazzo.” Con quelle parole, il Rosso si voltò prima ancora di tirarsi su i pantaloni, mostrando a Loki il suo culo pallido e coperto di lentiggini. Sembrava così fermo che Loki quasi allungò la mano per strizzarlo ma, prima che potesse farlo, il Rosso si tirò su la cerniera dei jeans. “Grazie!” disse, mentre usciva.
Loki lo fissò, senza fiato mentre guardava il pel di carota dei suoi sogni uscire dalla porta. No. No, no, no. Non poteva finire così. Loki voleva scopare uno coi capelli rossi. Scoparlo a dovere. Essere scopato senza protezioni. Gli restavano solo tre mesi, e non avrebbe ottenuto nemmeno quello?
Si tirò su freneticamente i pantaloni e si alzò, pulendosi la sborra dai jeans. Mentre succhiava il cazzo del Rosso, ogni pensiero della sua morte era stato scacciato dalla sua mente. Doveva farlo di nuovo.
Loki incespicò mentre usciva dal bagno. Ma il Rosso non si voltò nemmeno a guardarlo mentre saliva in auto, una Chevrolet Corvette rossa con fiamme nere sulle fiancate.
“Ehi, aspetta!” Loki gli corse dietro e passò la mano sulla fiancata liscia. “Mi dai il tuo numero?” chiese, senza fiato. Non poteva permettere che quel ragazzo se ne andasse così.
Il Rosso abbassò un finestrino oscurato. “Mi spiace, non faccio mai il bis. Potrebbe diventare strano.”
“Io faccio i bis. Andiamo,” borbottò Loki. Il suo cervello stava già pulsando, come faceva ogni tanto. Uno dei motivi per cui si era finalmente fatto visitare. Tre mesi. Voleva passarli con quel tizio. Non con qualche bravo ragazzo che avrebbe avuto pietà di lui. Voleva quel ragazzo rude e meraviglioso con i capelli rosso fuoco, e una barba che avrebbe potuto soffocare Loki nel sonno, se non fosse stato attento.
“Scusa, ragazzino. Non si può,” disse il Rosso. Mise in moto e si allontanò, lasciando Loki solo con la polvere.
Loki rimase a guardare, allibito dalla faccia di bronzo di quel bastardo ma, anche mentre ringhiava per la rabbia, le gambe lo portarono verso la sua macchina. Non avrebbe permesso che quello stronzo gli sfuggisse.
Di nuovo in strada, con quell’auto sgargiante all’orizzonte, prese il blocchetto per appunti poggiato sul sedile del passeggero. In quella posizione i movimenti della sua mano non erano precisi ma, visto che doveva dividere l’attenzione fra guidare e scrivere, sarebbe dovuto bastare. Cancellò ‘9. Scopare uno coi capelli rossi’, ma aggiunse: ‘10. Scopare il culo stretto del Rosso‘.